Chiesa di sant'Antonino
Chiesa di Obino

 

 


 

Una chiesa, posta in bella posizione panoramica a Obino, era menzionata già nel 1250. Nelle ultime indagini archeologiche nell'edificio attuale si sono in effetti trovate le fondamenta di una precedente chiesa romanica più piccola, che venne ingrandita nel '500. Il campanile risale anch'esso al XVI secolo.

 

Numerosi sono i dipinti e gli affreschi rappresentanti sant'Antonino, al quale la chiesa è dedicata, e diversi altri santi.

Il presbiterio racchiude tre cappelle.


A destra c'è la cappella di sant'Antonino, con una statua del santo e un affresco raffigurante la Madonna, san Giovanni e l'offerente.


A sinistra si trova la cappella di san Carlo, aggiunta nel 1725. Due statue, una di san Pietro martire e un'altra di san Domenico, circondano un antico affresco preesistente del XVI secolo con la Madonna, sant'Antonino e l'offerente.

 


La cappella maggiore risale al 1599 e fu successivamente modificata all'inizio del '700. Sul lati ci sono due affreschi di sant'Antonino e di san Sebastiano. Delle statue di stucco rappresentano l'Annunciazione. Altri due affreschi raffigurano sant'Ambrogio e sant'Antonio.


La volta è decorata da un affresco dell'Eterno Padre con angeli musicanti. Infine la nicchia racchiude una statua di marmo bianco della Madonna col Bambino.

 

 

 


Ricerca storica di Carlo Fontana 2015

Il 18 febbraio dell’anno 865, Sigerato, vassallo dell’imperatore Lodovico II e figlio del conte Leone, dona al monastero di San Ambrogio di Milano un vasto fondo adibito a masseria sita nel luogo e nel fono di Balerna dove si dice Oblino.

È fuori di ogni dubbio che trattasi di Obino.

Il documento originale* che comprova la donazione è conservato presso l’archivio di Stato a Milano e attesta quindi l’esistenza di Obino in epoca carolingia. Il documento è altresì importante perché coprova che Balerna con Obino faceva parte della giurisdizione del Seprio, un comprensorio che, in origine, corrispondeva alla suddivisione del regno longobardo in zone militari.

In epoca longobarda, nel territorio di Balerna, e precisamente sulla sua migliore altura vicina all’insediamento di Obino, c’era una torre ed era pure citato come Corte regia.

Da tener presente che il Monastero di San Ambrogio a Milano, già allora era un prestigioso proprietario: godeva di ampi privilegi ricevuti dagli impeatori, dai pontefici e dai re. Carlo Magno nel 790 ne conferma l’istituzione.

Lotario, nel 835 gli dona diversi possedimenti e autorizza gli abati del Monastero ad esercitare in quei luoghi.

Quanto alla vecchia torre longobarda possiamo solo dire che, come avvenuto in altri luoghi, sulle rovine di torri o di castelli antichi sono state edificate le chiese fuori dell’abitato. Si dice che l’attuale campanile della chiesa di Obino poggia sulla base della vecchia torre longobarda.

Lo sculdascio era l’amministratore della Corte regia, col potere militare, ossia capitano del presidio che controllava ogni richiamo del conte del Seprio.

Nel 1227 entrarono i milanesi e s’impadronirono. L’Arcivescovo ordinò subito di abbattere il castello col divieto di riedificarlo in perpetuo dopo una lunga e travagliata esistenza.

Alla morte di Sigerato scomparve lo splendore di Obino per ripiombare nella solitudine.

 

*(Ndr) Nel 2016 L’Associazione Aria e Terra ha fatto dono al Municipio di Castel San Pietro di una copia del documento.